Chris Froome non si ritira

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13
Oct
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Il britannico racconta le ultime stagioni amare, ma spera nel rilancio

Al Fantacycling ha una quotazione di 14 fantamilioni e non vince una corsa dal 25 maggio del 2018, quando a Bardonecchia, penultimo giorno del Giro d’Italia, la tappa gli consegnò pure la maglia rosa: Chris Froome, però, non si perde d’animo e non si ritira. Dopo quella vittoria sono arrivati solo momenti difficili e tanta fatica, del resto la caduta al Delfinato gli ha stravolto la carriera mentre si preparava a prendersi il quinto Tour de France. In questo 2021 ha corso per 70 giorni, il numero più alto dal 2017. Non è mai arrivato tra i primi venticinque. Stamattina Cosimo Cito per Repubblica definisce la sua tirata in salita a 180 km dall'arrivo del Giro di Lombardia il momento più alto della stagione. E lo intervista. 

Froome racconta che di non aver mai provato rabbia per la caduta, «ma solo delusione perché stavo facendo un buon lavoro ed ero in ottima condizione in vista di quel Tour: vincendolo avrei raggiunto Anquetil, Merckx, Hinault e Indurain, sarei entrato nella storia. Dopo due anni ancora sto combattendo per tornare al mio livello. Ma io credo che tutto accada per un motivo: ho avuto un momento di riflessione intima dopo l'incidente, mentre ero ancora in ospedale a Saint-Étienne, ho cercato di capire che cosa volessi davvero dalla vita, se continuare a fare il corridore o iniziare a fare qualcos'altro. Ho scoperto allora quanto davvero ami correre, gareggiare, viaggiare, stare sulla strada all'aria aperta. Mi piace lo stile di vita del ciclista professionista. Anche se non dovessi tornare al livello di prima, continuare ad avere il privilegio di farlo per me è una cosa che non ha prezzo». La sua impresa al Giro d’Italia 2018 sul Colle delle Finestre, un attacco solitario a 80 km dal traguardo, ha rotto gli schemi del ciclismo tradizionale. Da allora l’attacco da lontano è diventato quasi usuale. «Sì, il ciclismo è cambiato molto - risponde Froome - e quel mio attacco, sconsiderato, incredibile anche solo da immaginare, ha forse dato il via a un modo nuovo di intendere questo sport. Prendete Julian Alaphilippe, Remco Evenepoel o Mathieu Van der Poel: non hanno mai paura di attaccare da lontano o di attaccare tante volte. Io non ebbi paura di mandare tutto per aria sul Colle delle Finestre pur di provare a vincere quel Giro che fino ad allora era stato al di sotto delle mie speranze. Abbiamo visto tante gare stupende negli ultimi tre anni. Più di quante non ne avessimo viste nei dieci precedenti». 

E anche se non vince più Froome può rappresentare ancora una scommessa intrigante al Fantacycling, visto che la sua quotazione è destinata a scendere ancora in vista del 2022.  



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