I voti positivi della stagione su pietre
Pogacar e Van der Poel: 9
I due fuoriclasse che hanno dominato le classiche su pietre, spartendosi le due Monumento. Il campione del mondo ha vinto d'autorità il Giro delle Fiandre e ha stupito nel suo esordio alla Parigi-Roubaix danzando sulle pietre come un veterano del pavé. Van der Poel, invece, ha sbaragliato la concorrenza alla E3, si è piazzato sul podio del Fiandre e ha conquistato la sua terza Roubaix consecutiva.
Per entrambi un piccolissimo neo: Pogacar sbaglia la curva a Pont-Thibault à Ennevelin che non gli consente di lottare con il rivale per la vittoria della Roubaix; l'olandese, invece, al Fiandre, si spegne lungo il terzo passaggio sull'Oude Kwaremont, Pogacar ne approfitta e vince la corsa con merito.
Pedersen 8.5
Il danese ha vissuto senza dubbio la sua miglior stagione su pietre, ma la sfortuna e degli avversari fortissimi gli hanno impedito di lottare per una delle due Monumento. La continuità del corridore della Lidl-Trek è comunque impressionante: su 5 corse non è mai uscito dalla top 5 e ha vinto con ampio distacco la Gand-Wewelgem; e senza quella foratura su Tilloy à Sars-et-Rosières chissà come sarebbe potuta andare domenica...
Lidl-Trek: 7.5
Dietro allo strapotere VDP/Pogacar è forse la formazione più continua in questa campagna del nord: la Lidl si prende Gand-Wewelgem, i podi all'E3, alla Roubaix e al Fiandre (Pedersen), alla De Panne e alla Gand (Milan) e un paio di top ten di qualità di Stuyven, caduto invece subito alla Parigi-Roubaix.
Kung e Ganna: 7
Due cronoman che ormai sono delle sicurezze sul pavé, anche se devono fare i conti fin troppo spesso con la sorte avversa. L'elvetico si porta a casa 3 top ten prestigiose e una Roubaix portata a termine, nonostante una foratura e una terribile caduta. Ganna si prende il podio dell'E3, corre un Fiandre all'attacco chiuso all'8° posto, ma brilla meno del previsto alla Roubaix, anche per colpa di alcuni problemi meccanici nei primi tratti sulle pietre.
Uno X: 6.5
Squadra formata da veri vitelli da nord che si muove sempre con sicurezza tra fughe e pavé. I norvegesi colgono subito l’acuto nel weekend d’apertura, grazie alla stoccata di Waerenskjold alla Omloop e poi ottengono buoni piazzamenti sparsi nelle altre corse: 5° Blikra alla De Panne, 4° Kristoff alla Gand e 8° Hoelgaard alla Roubaix. Forse è mancato l’uomo più atteso, vale a dire Abrahamsen che, dopo gli ottimi segnali del 2024, non si è mai messo in luce.
Van Aert: 6
Forse la Dwars è l'emblema della sua carriera: corre all'attacco, regala spettacolo, ma manca sempre l'appuntamento con la vittoria. Risorge parzialmente -e merita perciò la sufficienza- tra Fiandre e Roubaix, in cui si piazza due volte 4° (oltre al 2° posto della Dwars).
L'impresa: Neilson Powless
Il corridore della EF firma il miracolo della primavera del nord, quando alla Dwaars door Vlaanderen va in fuga con 3 corridori del Team Visma: Jorgenson, Benoot e Van Aert e riesce incredibilmente a vincere la corsa. Vero, la tattica dei calabroni è stata scriteriata, ma lui è bravissimo a non farsi mai sorprendere e a beffare Van Aert in volata.
Il talento: Matthew Brennan
Classe 2005 britannico di cui sentiremo parlare molto spesso in futuro. Lo spunto veloce è già una certezza, ma il modo in cui riesce a limare sul pavé è da grande campione. Il corridore del Team Visma vince il Grand Prix du Deinan (1.Pro) e regge per oltre 200 km alla Roubaix con i migliori interpreti delle pietre al mondo. In mezzo anche due vittorie da fuoriclasse all'Itzulia. Predestinato.