Il Presidente della Federazione Rwandese rassicura sulla sicurezza e l'organizzazione del primo Mondiale africano di ciclismo
Siamo ormai a pochi mesi dai tanto discussi Campionati del Mondo UCI che si terranno in Africa, i primi nella storia del continente. Mentre l'evento in Rwanda si preannuncia storico, diverse preoccupazioni hanno attraversato il mondo del ciclismo negli ultimi mesi.
Il Presidente della Federazione Ciclistica del Rwanda, Samson Ndayishimiye, si è però detto ottimista riguardo l'organizzazione dell'evento, nonostante il conflitto in corso nella vicina Repubblica Democratica del Congo e l'annuncio di alcune nazioni europee di inviare squadre ridotte a causa dei costi.
Un evento storico per l'Africa
"È l'evento più importante nel mondo del ciclismo. Per me come Presidente della Federazione, e per la Federazione stessa, il paese e il continente, è un onore", ha dichiarato Ndayishimiye. "Apprezziamo il buon rapporto che abbiamo con l'UCI e il resto del mondo per averci dato questa opportunità e per aver creduto in noi".
La questione dei costi
Diverse federazioni europee hanno lamentato costi eccessivi per competere in Rwanda, con alcune che hanno deciso di inviare squadre ridotte. Gli organizzatori stanno lavorando per ridurre i costi attraverso voli charter e accordi con gli hotel locali. Ndayishimiye ha sottolineato che "il nostro sport è costoso ovunque si vada" e che molti paesi, incluso il Belgio, hanno già confermato la loro partecipazione completa.
Sicurezza garantita
Riguardo alle preoccupazioni sulla sicurezza legate al conflitto nella Repubblica Democratica del Congo, Ndayishimiye ha assicurato che il Rwanda è un paese sicuro. "Il Tour du Rwanda si è svolto a febbraio senza alcun problema, arrivando persino a 14 chilometri dal confine congolese". Il presidente UCI Lappartient ha confermato che non esiste un "Piano B" e che i Mondiali si svolgeranno come previsto.
L'evento rappresenta un momento cruciale per lo sviluppo del ciclismo in Africa, con l'UCI che punta a creare un'eredità duratura attraverso il proprio Centro Mondiale del Ciclismo, che ha recentemente aperto una nuova base in Rwanda per formazione e sviluppo.