Philippe Gilbert ospite speciale del nostro salotto del giovedì sera
Philippe Gilbert è stato ospite della nostra live del giovedì sera e, insieme a Fede, Marru e il Mullah, ha toccato diversi argomenti, rispondendo a domande sia di attualità che relative alla sua carriera. Clicca qui per rivedere l'intera diretta, a cui ha partecipato successivamente anche Riccardo Magrini.
Si è partiti dal Trittico delle Ardenne: il belga, un vero esperto, essendo uno dei due uomini ad aver vinto le tre corse nello stesso anno. ha parlato sia dell'Amstel che della Freccia Vallone: "Evenepoel è migliorato tantissimo in volata, ma all'Amstel ha sbagliato, è partito troppo presto considerato anche che c'era vento contro", ha continuato poi sulla Freccia "Christen ha fatto un lavoro fondamentale sul Cote de Cherave e il gruppo è arrivato allungatissimo al Mur de Huy, poi Pogacar ha fatto un'accelerazione dell'altro mondo nel tratto più duro al 20%".
"La corsa più difficile delle tre? Senza dubbio l'Amstel perché è molto tecnica con continue curve e cambi di direzione, e anche il finale è sempre complicato. Il percorso migliore è proprio quello che c'è adesso, con il Cauberg a un paio di km dal traguardo, così può finire in tutti i modi, sia con un arrivo in solitaria, in volata ristretta o con un gruppetto".
Gilbert ha parlato anche della nuova era del ciclismo, fatta di attacchi da lontano e corse spettacolari: "Questo ciclismo mi piace tantissimo, io mi rivedo in questi campioni per la loro mentalità; ai miei tempi ero l'unico con Nibali che provava ad animare le corse, mentre tanti altri corridori erano fin troppo attendisti. Ad esempio al Fiandre che ho vinto nel 2017 partii a 54 km dal traguardo e anche alla Roubaix feci un primo attacco a oltre 60 km dalla fine".
Fede ha poi chiesto a Philippe le motivazioni dei vergognosi gesti verso Van der Poel: "Io fortunatamente non ho mai subito comportamenti simili, ma ho provato ad analizzare il perché di questi gesti e ho trovato tre motivi principali. Il primo è che è olandese e ha battuto spesso l'idolo di casa Van Aert; la seconda ragione può essere che spesso sembri un robot, che fa 50 km/h di media e sembra non far fatica; la terza motivazione è relativa ai suoi atteggiamenti sopra le righe a livello di ostentazione, in uno sport popolare come il ciclismo; ad esempio come quando arriva con auto molto costose alle gare di ciclocross."
Gilbert ha poi parlato della sua esperienza nelle classiche: "Se avessi vinto le cinque monumento, la mia carriera avrebbe avuto un'altra dimensione e sarei stato al pari di pochi altri come Merckx o Van Looy. Quando ho vinto il Fiandre ricevetti una comunicazione confusa dalla radio, nel momento in cui caddero Sagan e Van Avermaet alle mie spalle e quindi non riuscii a capire con sicurezza la situazione". E sull'assenza del Muur: "Il Muur è una bellissima salita, lunga e impegnativa, dove si può fare la differenza. Mi spiace che non ci sia anche per l'avvicinamento molto tecnico e impegnativo".