Il britannico della Ineos analizza il suo secondo posto alla Strade Bianche con un mix di orgoglio e rammarico
La delusione sul volto di un corridore sul podio rivela sempre quanto ci credesse nella vittoria. Tom Pidcock ha faticato a sorridere in Piazza del Campo a Siena, consapevole di aver dato battaglia a Tadej Pogačar ed essere stato al suo livello per 50 chilometri. Il secondo posto, migliore degli altri, è stato un risultato notevole ma il britannico sperava in qualcosa di più.
'Ho sensazioni agrodolci ora. Alla fine è stata una gara molto combattuta, decisamente più vicina rispetto ai precedenti tentativi di battere Tadej. Ma comunque non abbastanza vicina', ha spiegato Pidcock nel dopo gara.
'Questo è quello che speravo. Sapevo di essere in buona forma, penso di essere nella miglior condizione di sempre ed è stato bello essere in gara con lui così a lungo'.
Pidcock ha concordato che questa è stata una delle sue migliori prestazioni in una Classica di primavera. Ha già vinto la Strade Bianche e l'Amstel Gold Race, ma questa volta ha cercato di sfidare direttamente Pogačar.
'Oggi mi sentivo davvero in forma. Quando attacchi a 70km dall'arrivo, vuol dire che sei forte. Il mio piano era seguirlo quando avrebbe attaccato. Sapevo che lo avrebbe fatto ma stava temporeggiando, così ho pensato di andare io'.
Sfortunatamente per Pidcock, Pogačar si è dimostrato più forte, riuscendo persino a rientrare dopo una caduta ad alta velocità e un cambio bici. 'Mi sono passate mille cose per la testa quando è caduto', ha rivelato Pidcock. 'Andavamo molto forte, sono contento che stia bene. Ho aspettato, era la cosa giusta da fare'.
Con ironia, quando gli è stato chiesto se Pogačar fosse sovrumano, Pidcock ha scherzato: 'Bisognerà aprirlo quando morirà per vedere... Cosa mi aspetto di trovare? Cuore, polmoni, le solite cose'.
Foto: Sprint Cycling Agency