Riviviamo il successo mondiale del campione francese
Niente radioline, il mondiale e’ l’unica corsa in cui tutto e’ come una volta, Cosi’ a una ventina di km dalla fine, Julian Alaphilippe ha fatto un gesto anticoi: si è fatto sfilare in coda al gruppetto dei più forti e s’è fermato di fianco alla sua ammiraglia. Ha preso una borraccia, l’ha infilata nella tasca posteriore sinistra, ne ha respinta una seconda ed è partito con le indicazioni ricevute dal cittì, per l’ultimo tratto del Mondiale. Non ci sono altre strategire da seguire, serve affidarsi solo a gambe e testa, non sai quanto vantaggio hai, non sai chi ti sta inseguendo, soprattutto non hai nessuno domi il tuo istinto. Perciò Alaphilippe ha fatto di testa sua. «Ho 42 anni, ho detto al mio presidente che mi sarei dimesso perché i ragazzi così mi ammazzano - ha detto alla fine Thomas Voeckler tra il serio e il faceto - e io invece voglio vivere un po' più a lungo. Julian ha fatto tutto il contrario di quello che gli avevo detto».
Lo stesso Alaphilippe, qualche giorno fa, aveva detto a l’Équipe che perdere la maglia sarebbe stato un sollievo, non una delusione. Invece ha messo il compagno Madouas davanti per dare un’accelerata e al terzo scatto buono ha fatto il buco. Cosi’ “Lulu’ ha vinto di nuovo, con un’azione da corridore antico, puro, istintivo e per un altro anno l’arcobaleno momndiale e’ suo.
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