Il corridore canadese rivela i dettagli della controversa separazione dalla squadra israeliana, citando ragioni di sicurezza e coscienza personale
Derek Gee ha rivelato di essere al centro di una controversia legale che potrebbe costargli circa 30 milioni di euro dopo aver rescisso unilateralmente il suo contratto con la Israel-Premier Tech. Il corridore canadese ha motivato la sua decisione citando 'serie preoccupazioni legate alla sicurezza e a questioni di coscienza personale'.
La decisione di Gee arriva in un momento particolarmente delicato per la squadra israeliana, che nelle ultime settimane è stata oggetto di proteste pro-palestinesi, specialmente durante la Vuelta a España. La situazione ha portato il team a ritirarsi da diverse corse italiane, incluso Il Lombardia, e ad annunciare un cambio di identità per il 2026, con il proprietario Sylvan Adams che farà un passo indietro.
In una dichiarazione sui social media, Gee ha spiegato: 'Ho terminato il mio contratto per giusta causa, come è diritto di ogni persona quando non può continuare a svolgere il proprio lavoro nelle circostanze esistenti. Questa decisione non è stata presa alla leggera - è seguita a un rapporto irreparabile con il team principal, oltre che a serie preoccupazioni relative alla sicurezza e a questioni di coscienza personale che pesavano molto'.
Il corridore, che ha ottenuto risultati importanti con la squadra tra cui un nono posto al Tour de France 2024 e un quarto posto al Giro d'Italia 2025, si trova ora ad affrontare una potenziale causa per danni. 'Sto affrontando quella che capisco essere una richiesta di danni che supererebbe i 30 milioni di euro - per non aver fatto altro che esercitare i miei diritti fondamentali come professionista e come persona', ha affermato Gee.
'Questi non sono il tipo di cifre o situazioni che un atleta si aspetta quando sogna di diventare un ciclista professionista, e credo che vada contro i valori stessi che lo sport cerca di sostenere', ha concluso il corridore canadese.
Foto Sprint Cycling