Fabio Perego: "Vi dico tutto sui giovani e Marta Cavalli"

img
img
img
img
shape
shape
blog-details
14
Nov
ad

Fantacycling intervista i manager dei corridori

Sono molto vicini ai corridori, seguono passo dopo passo la loro carriera, assaporando al loro fianco vittorie e sconfitte, gioie e dolori, fatiche e sacrifici. I manager sono tra i protagonisti del ciclismo attuale: lavorano lontano dalle luci della ribalta ma sono sempre pronti ad intervenire non solo per un contratto da firmare, ma anche per tanti aspetti della vita quotidiana dei loro assistiti.

Oggi Fantacycling inizia una breve serie di interviste ad alcuni dei procuratori italiani più conosciuti per entrare nel dettaglio di un mondo poco noto ma di fondamentale importanza per i ciclisti di oggi.

Fabio Perego, classe 1966, è sposato e padre di Mattia. Promotore finanziario, si è candidato alle ultime elezioni per la presidenza della Federazione Ciclistica Italiana. Titolare della società Hero Sport Management, in cui lavora con l'avvocato Michele Re, cura gli interessi di una quindicina di corridori, uomini e donne.

“Uno dei nostri primi assistiti è stato Yaroslav Popovich – ricorda Perego – quando ancora la società si chiamava Pro Team. L'idea era di dare qualcosa in più agli atleti e non solo seguirne le vicende contrattuali. Quindi offrire assistenza totale per qualunque tipo di problema. Poi Hero è nata cinque anni fa come studio associato, il mio compito è di rimanere in contatto con team manager e squadre”.

Seguite ragazzi molto giovani, è una scelta precisa?

“Intanto vorrei precisare che vedo nel manager una figura di riferimento a fianco della famiglia dell'atleta. Noi pretendiamo che ciò accada, anche se si tratta di maggiorenni. Padre e madre hanno un ruolo importante, da parte nostra cerchiamo di smorzare determinati entusiasmi che si vengono a creare, come tutela in una fase delicata della crescita”.

Pensa che accada troppo spesso?

“Purtroppo il grande limite in Italia è la nostra cultura ciclistica. Se a 14, 15, 16 anni vai forte e vinci si creano aspettative enormi e aumenta lo stress. È necessario avere maggiore pazienza perché è vero che c'è fame di giovani e voglia di trovare il talento a tutti i costi, ma il giovane va aspettato e non forzato. Ci sono squadre che investono su di loro ma dopo due anni a 'tutta' fanno poi fatica a fargli fare una terza stagione ad alto livello”.

In Italia stiamo aspettando il nuovo Nibali. Quanto ci vorrà?

“All'estero l'attività giovanile viene fatta in certo modo e non con la ricerca forzata del campione. In Italia, un under 23 disputa 80 corse all'anno di cui solo 6-7 sono di valore. Non si può correre sempre. Se vuoi far crescere un giovane lo devi guidare insegnandogli a prepararsi e fare gare di un certo tipo. D'altronde ci sono tanti casi di corridori che tra le giovanili andavano fortissimo e poi hanno smesso di correre. Bisogna porsi delle domande su questi aspetti”.

Un corridore a cui è più legato?

Ce ne sono tanti. Dico Alessio Martinelli, ora alla Bardiani, con cui ho cominciato a lavorare quando era junior. Abbiamo sempre condiviso il suo percorso con la famiglia e un mental coach per programmare con lui tutti i passaggi e pianificare il futuro da Under”.

E Giacomo Nizzolo?

“D'ora in poi lavorerà con Giovanni Lombardi (agente, tra gli altri, di Sagan e Viviani). Dopo dieci anni insieme è arrivata questa scelta condivisa che mi trova assolutamente d'accordo”.

Parliamo di Marta Cavalli e del suo splendido 2022. Se lo aspettava?

“Sì, anche se pensavo raggiungesse determinati risultati nel 2023 e invece è stata una piacevole sorpresa già quest'anno. Sono convinto che lei possa essere il futuro del ciclismo italiano per le gare a tappe, la sua crescita come atleta è tutta in funzione degli obiettivi posti insieme alla squadra. Continua a fare una vita di un certo tipo con un solo proposito: diventare la numero uno”.

Chiudiamo facendo qualche nome di giovani corridori interessanti che segue da vicino?

“Per il futuro vorrei citare Giacomo Villa, ventenne della Biesse Carrera che in determinate gare vedremo sicuramente con i migliori, Anders Foldager, danese di 21 anni già stagista nella Bike Exchange, e Davide Persico, che a 21 anni corre per il Team Colpack. Tra i prof c'è Luca Colnaghi della Bardiani, bersagliato dalla sfortuna ma che non tarderà a vincere gare di un certo livello, e Asbjorn Hellemose, altro danese di 23 anni che corre per la Trek Segafredo. Davanti a sé ha un grande futuro”.

L.L.

SEGUICI SU INSTAGRAM E INTERAGISCI CON NOI https://www.instagram.com/fantacycling_official/