Ganna: "In futuro punterò a una classica. Bernal come un fratello minore"

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10
Oct
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Il campione del mondo a cronometro ha ripercorso le ultime stagioni al Festival dello sport di Trento

Filippo Ganna ha tirato il freno. Dopo mesi di intensa attività, la conquista di un oro mondiale a crono, l'oro olimpico a squadre nell'inseguimento e aver aiutato Egan Bernal a vincere il Giro d’Italia, il “Pippo nazionale” si è preso una serata libera per confidarsi al pubblico del Festival dello Sport di Trento. La sua stagione non è ancora finita perché tra pochi giorni sarà al via del Mondiale su pista di Roubaix, una città che fa subito pensare alla corsa del pavé e alla possibilità che l'atleta più veloce al mondo sulle due ruote possa partecipare da protagonista: “Magari in futuro potrei partecipare a qualche grande classica con l'obiettivo di fare bene – ha spiegato – anche se alla Roubaix ci vuole molta fortuna. Sul disputare corse a tappe per vincerle ho invece qualche dubbio, non vorrei snaturare la mia essenza di cronoman. Per questo preferisco vincere come sto facendo ora". Sul palco anche Francesco Moser, che lo ha "spinto" a provare il record dell'ora: "Magari nel 2022 - ha detto Ganna - ma ci vuole la testa libera e una preparazione maniacale”.

Ganna ha ripercorso i suoi successi e la serie infinita di trionfi, anche se ha solo 25 anni, ottenuti prima su pista e poi su strada. Tutto è nato con la bici regalata da nonno Ambrogio (pensare che dopo la prima gara nella categoria dei giovanissimi voleva smettere). Grande amante del cibo: “Mangio tanto e mi devo controllare spesso per non esagerare”, e della famiglia: “Anche se a casa non ci sono mai”, il corridore della Ineos ha raccontato le vittorie dei suoi compagni di squadra al Giro, Hart e Bernal: “All'inizio è stata dura integrarmi, poi ho trovato la mia dimensione. Nel 2020 è stato un boom di emozioni, Tao è un ragazzo d'oro. Mentre quest'anno ho patito di più. Egan si fidava di me e mi ringraziava spesso del lavoro che facevo per lui, tanto da dirmi che avermi al suo fianco gli dava tanta sicurezza. Per me è stato come avere un fratello minore”.

Dall'inviato Lorenzo Lucon - Team Fantacycling


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