Il belga ha poi definito Lefevere in un modo molto particolare
Seconda parte di resoconto della live con Philippe Gilbert di giovedì sera.
Philippe Gilbert conosce molto bene Evenepoel e ha parlato del suo futuro nelle classiche: "Remco secondo me farà le classiche su pietre, di sicuro il Fiandre, mentre la Roubaix non saprei. Non è ancora riuscito a correrle, ma nel 2021 ha già vinto facilmente la Brussels Classic, una piccola corsa del nord".
Sollecitato dal Mullah, Gilbert ha poi parlato di Van Aert: "A volte Wout pensa quasi più a dare spettacolo e ad andare in fuga piuttosto che alla vittoria in sé; io penso che adesso sia molto condizionato dalla caduta alla Vuelta, è capitato anche a me con una botta al ginocchio", poi ha continuato "Secondo me ora Van Aert al Giro andrà bene e vincerà facilmente 2-3 tappe".
Si è poi parlato di un altro belga in difficoltà, vale a dire Arnaud De Lie: "Non mi spiego quello che è successo a lui, nonostante prenda un lauto stipendio si è presentato alle corse in sovrappeso e si è sempre staccato; al giorno d'oggi serve un'altra mentalità e molto più allenamento".
A Gilbert è stato poi chiesta qualche opinione su Patrick Lefevere, scherzosamente definito come 'ultimo boss della mafia del ciclismo': "Lui aveva occhi ovunque, seguiva tutte le corse, anche in quelle in contemporanea, come Tirreno-Adriatico e Parigi-Nizza. Un suo difetto era la gestione dei corridori a fine carriera: è successo con Boonen, con Alaphilippe e anche con me, così che alla fine andai alla Lotto, nonostante fossi disposto anche a fare il gregario".
Gilbert ha poi concluso parlando dell'importanza nella gestione dei giovani: "Uijtdebroeks è un esempio di un ragazzo che si è allenato troppo da troppo giovane. I ragazzi devono migliorare anno dopo anno, non devono arrivare a 19-20 anni già al picco della forma in carriera".