I corpi e il ciclismo: la schiena di Bernal e il naso di Ciccone

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15
Jan
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Uniti dalla sfortuna nel 2020, ora sono pronti a riscattarsi

Bernal e Ciccone, uno tormentato dalla schiena, l’altro dal naso. Entrambi uniti da un destino comune nella scorsa stagione, quando, da protagonisti attesi, non sono riusciti a confermare le aspettative. Il colombiano non è riuscito a difendere la maglia gialla conquistata al Tour nel 2019 ed è crollato proprio durante la Grand Boucle. Adesso vuole il riscatto e pensa di ripartire dal Giro d’Italia, proprio la corsa a cui non partecipò nel 2019 dopo la rottura della clavicola, per poi trionfare al Tour. Il classico sliding doors che adesso potrebbe verificarsi al contrario, per farci ritrovare uno dei talenti più puri del ciclismo mondiale: «Ritirarmi nell'ultima settimana con il numero 1 per problemi fisici... è stato duro, complicato - ha detto Bernal alla Gazzetta dello Sport riferendosi all’ultimo Tour - Ma la schiena non mi dava più tregua. Abbandonare non mi è andato giù. Passare dal vincere a non arrivare a Parigi. Sono stato in Germania, Inghilterra, Francia, Spagna. Ho fatto esami e sentito pareri diversi. A un certo punto non stavo in piedi più di 5' senza avere dolore. È stato complicato, ma si sta risolvendo e sto ritornando a sentirmi un ciclista». 

L’abruzzese, invece, con la rinoplastica adesso non ha più un naso triste come una salita: “Era un intervento che avevo in programma di fare da tempo, ma che rinviavo sempre perché ero sempre impegnato e avevo anche un po' di paura - ha detto Ciccone a Tuttosport - I benefici ci sono anche quando non pedalo. Anche il mio recupero tra un allenamento e l'altro è migliorato, perché il setto nasale deviato mi impediva di dormire bene. Anche nel mio caso la causa è la bicicletta: mi sono rotto una prima volta il naso da bambino e poi il tocco finale al mio profilo l'ho dato cadendo nell'ultima tappa del Tour de l'Avenir del 2015. Diciamo che ora il mio profilo è un po' addolcito: adesso il mio naso non è più come quello di Dante Alighieri».

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