Il neo campione del mondo ha già battuto record e raggiunto campioni
Terminati gli aggettivi per descrivere le sue vittorie, è giunto il momento di dare i numeri.
Sì, quelli che rappresentano al meglio cosa ha fatto Remco Evenepoel in carriera fino ad ora e che ci fanno pensare a prospettive ancora più incredibili per il futuro: battere record che sembravano inavvicinabili e conquistare corse su qualunque terreno.
Partiamo dalle vittorie da professionista: 37. Il giovane belga ha ottenuto 11 successi di tappa, 7 classiche e gare di un giorno, 9 cronometro e 10 piccoli o grandi giri. Sono 14 solo nel 2022. E ha compiuto 22 anni il 25 gennaio scorso.
Il suo primo successo da prof a 19 anni, una tappa al Giro del Belgio. Un mese di più tardi travolge tutti gli avversari arrivando solo a San Sebastian. È la sua specialità, come tre anni più tardi, sempre nei Paesi Baschi.
È proprio nel 2022 che esplode tutta la sua forza: fa sua la Liegi attaccando a 30 km dal traguardo ed è il primo ad ottenere l’accoppiata Vuelta-Mondiale nella stessa stagione. Il talento della Quick Step è il quarto ad aver vinto una classica monumento, un grande giro e il Mondiale nello stesso anno: prima di lui ci sono riusciti soltanto Alfredo Binda, Eddy Merckx e Bernard Hinault.
È il settimo più giovane vincitore di un Campionato del Mondo e il distacco dato al secondo al campionato del mondo vinto in Australia (2'21") è l’ottavo margine più ampio di sempre, ma abbondantemente il più ampio negli ultimi 50 anni (l’ultimo fu Adorni nel 1968).
Poi ci sono i paragoni: immancabile quello con il ‘cannibale’ Eddy Merckx che vinse una Monumento, un grand tour e un campionato del mondo a 22 anni e 360 giorni. Remco Evenepoel ci è arrivato a 22 anni e 243 giorni.
Parliamo di un corridore che, nel 2020, ha rischiato la vita in un drammatico incidente al Lombardia e che, prima di correre in bici, giocava a calcio. Di un ragazzo arrivato in punta di sella che ha stravolto l’intero mondo del ciclismo mettendo a tacere i critici a cui non piace perché vince troppo o per un carattere e dei comportamenti ritenuti spigolosi (ma visti soltanto davanti alla tv).
Niente male per un ragazzo del 2000 che mostra una forte personalità e regala grandi emozioni come solo i campioni sanno fare.
I fantamanager che lo hanno schierato durante l’ultima stagione hanno goduto e noi non vediamo l’ora di gustarcelo in maglia iridata anche nel 2023. Con il sogno di vederlo nella corsa che tutti gli italiani amano: il Giro.
Foto Sprint Cycling
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