La rivincita degli scalatori, tranne uno

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16
May
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Giro d'Italia, oggi giorno di riposo. Cosa ci lascia l'arrivo sul Blockhaus

L’immagine che riassume meglio di tutte la tappa del Blockhaus è l’inquadratura frontale di Carapaz, Landa e Bardet, da soli, al comando, a un chilometro e mezzo dalla conclusione. Alla fine l’ha spuntata Hindley, ma l’ultimo arrivo in salita del Giro d’Italia ha manifestato in pieno la rivincita degli scalatori. Quelli romantici, puri, purissimi, belli da vedere quando la strada sale e tremendamente in difficoltà in tutti gli altri frangenti della corsa. C’è un’eccezione, Richard Carapaz, che resta il favorito di questo Giro e riesce a mantenere una grande costanza nelle tre settimane (anche perché è aiutato da una squadra fortissima). 

Gli altri due, Bardet, e soprattutto Landa, rientrano nella categoria dei corridori di classe, ma incompiuti, che per un motivo o per l’altro promettono e non mantengono. Ecco, questa è stata la loro rivalsa: finalmente erano lì, in testa, a fare quello che tutti si attendevano da loro. Non soltanto, Landa, per una volta, ha vinto anche la sua personale e infinita battaglia con la sfortuna. È caduto (di faccia) si è rialzato ed è rimasto in corsa a dare spettacolo. È stato soltanto un round, ma almeno per stavolta, al suono del gong, lo spagnolo si è ritrovato a lottare da protagonista.


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Non è stato così per Simon Yates, messo fuori causa da un ginocchio malconcio e, a suo dire, dal caldo. Non possiamo dar torto al britannico, questo maggio italiano sta regalando davvero temperature inattese, ma allora cosa potrebbe dire al Tour de France a luglio? Ancora una volta il britannico ha illuso e deluso. Ha volato quando era inatteso (alla cronometro di Budapest) ed è scomparso quando invece avrebbe dovuto salire sul palcoscenico. Chi lo ha preso al Fantacycling sta ancora imprecando; dopo Miguel Angel Lopez, un altro favorito esce di scena. 

Esulta invece chi ha puntato su Nibali e Pozzovivo. Lo squalo sta conducendo un Giro d’Italia di spessore; non è all’altezza dei primi della classe, ma è ancora lì aggrappato, e la storia ci ha insegnato che con l’andare delle settimane la sua condizione, di solito, cresce. Per Pozzovivo non esistono gli aggettivi, è semplicemente unico; lotta contro gli avversari e con i problemi fisici che gli impongono una posizione innaturale in bicicletta, eppure è ancora lì. È un po’ come il calabrone; a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare non può volare, ma lui non lo sa e perciò continua a volare.


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