Magrini: "Aru si può rilanciare. Che divertimento con il Fantacycling!"

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In diretta Instagram con la voce del ciclismo di Eurosport

Diretta Instagram come sempre frizzante quella con Riccardo Magrini, commentatore tecnico di Eurosport e grande appassionato di Fantacycling. Ecco cosa ci ha raccontato. 

Guarda la diretta sul canale Instagram IGTV di Fantacycling: https://www.instagram.com/tv/CIWb-bCKTUQ/ 

“Non potevi immaginarti quello che ha fatto la Deceuninck Quick Step al Giro d'Italia, hanno scoperto un Masnada futuristico, e questo Almeida che se limato, un giorno, potrà avere l'ambizione per vincere un grande giro a tappe. Va forte a cronometro, ha fatto secondo dietro a Ganna nella crono di apertura, non è roba da poco. Una volta acquisita esperienza Almeida è un corridore che può lottare per un grande giro”.

Masnada è un corridore che sorprende sempre, non mi aspettavo che andasse forte così. Mi ha sorpreso favorevolmente per come ragiona, perché se lo vedi pedalare non gli dai una lira! Invece mi è piaciuto molto a livello di testa”.

Sagan quest'anno ha fatto una grande stagione! Lo dite voi giornalisti che ha fatto male! Ha fatto tanti secondi posti, come al solito, regalando tante corse. Quando mi dicono che Sagan è finito io mi arrabbio. La tappa di Tortoreto mi ha fatto fare una goduta! Son quelle cose che non so se tanti riescono a apprezzare, forse chi non ha corso in bicicletta non arriva a capire la fatica che si fa in quei frangenti lì. Sagan voleva vincere quella tappa e è stato bravo a fare quello che ha fatto”.

“A Roglic devi dare per forza un nove come voto. Ha vinto una grande classica, è raro che chi vince le corse a tappe poi vince anche le corse in linea. Negli ultimi anni un'eccezione è stata Vincenzo Nibali. Per trovare corridori così bisogna andare molto indietro nel tempo, quando era un altro tipo di ciclismo. Roglic ha fallito solo una giornata, poi però si è ripreso alla grande alla Vuelta. A me piace molto come corridore, perché fa le cose con semplicità. Mi ha subito incuriosito la sua storia, il fatto che venisse da un altro sport (il salto sugli sci) che è molto seguito su Eurosport, tra l'altro. Questo ragazzo è venuto fuori da uno sport completamente diverso, non di resistenza, ma di grande coraggio, in più ha cominciato a fare le gare di cicloamatore e è diventato quello che è oggi: è un corridore che è sempre migliorato negli anni. Non entusiasma per il suo modo di correre, perché non ha bisogno di attaccare, però quando ha attaccato ha fatto male ai suoi avversari, ha un grande carattere”.

“Lo stesso possiamo dire di Pogacar; se vai a vedere i campionati sloveni che si sono spartiti loro due, vediamo quanto è bella la mentalità dello sport in Slovenia. Sembra tutto naturale, un po' com'era una volta in Italia. I corridori sono molto semplici e Roglic è l'emblema di questa semplicità”.

“La cronometro finale al Tour de France ci ha dato delle grandi emozioni. Lì Pogacar si è meritato dieci e lode; lui entusiasma di più perché attacca in salita, però se vai a vedere ha più o meno le stesse caratteristiche di Roglic. Entrambi sono forti a cronometro, se la giocano nelle volate ristrette e vanno forte in salita. Anche Pogacar è un ragazzo semplicissimo, mi hanno detto i suoi manager che dopo la vittoria al Tour la sua ambizione era quella di andare a mangiare una pizza. Questo la dice lunga su un corridore che è di un'altra categoria”.

Evenepoel avrebbe vinto il Giro d'Italia. Per com'è andata con il successo del mio grande “Goganga”, credo che Evenepoel avrebbe potuto vincere. Però se vai a vedere entrambi hanno vinto il Giro della Lunigiana, una breve corsa a tappe giovanile che ha lanciato tutti i migliori talenti di oggi, tutti sono venuti fuori da lì”.

“Mi dispiace parlare male di Nibali e non lo voglio fare. Nelle corse a tappe, tranne quando ha vinto il Tour, forse non ha entusiasmato, ma la gente si dimentica di quello che ha fatto. L'ultima sua stagione è dovuta soprattutto allo stato attuale delle cose, ci sono corridori che hanno trovato la condizione e corridori che non l'hanno trovata e non c'era tempo per recuperare”.

“Il ciclismo è uno dei pochi sport in cui se vai forte, vai forte; nessuno ti tira per la maglia per mandarti indietro. I giovani vincono perché il ciclismo è cambiato, hanno l'abitudine fin da subito a usare i potenziometri e le nuove metodologie. Prima andavamo a sensazioni, adesso sono stati fatti passi da gigante in questo senso. Ora un corridore che ha diciassette anni utilizza subito potenziometro, cardiofrequenzimetro ed è pronto prima. Poi, anche lì conta il sapersi ascoltare, perché se non vai, non vai”.

Geoghean Hart non è venuto fuori quest'anno, ma due anni fa. Mi venne spontaneamente di chiamarlo “Goganga” un po' per la complessità del nome e un po' perché mi rimaneva simpatico. Per me era destinato. Qualcuno mi deve diverse cene in giro (ride ndr) perché ho consigliato di giocarlo vincitore del Giro quando era ancora quotato a 110”.

“Non abbiamo parlato del corpo di mercato assoluto! Aru! E non mi fai neanche una domanda?! Aru secondo me ha avuto una grande opportunità, perché ha trovato una squadra in cui si può rilanciare, in cui può trovare competenze e un ambiente familiare. Nizzolo mi ha parlato molto bene di quella squadra, lui stesso aveva possibilità di andare in tre-quattro squadre diverse e invece è rimasto lì, significa che l'ambiente è sano. Non è possibile che uno come Aru che ha fatto quelle cose in carriera, non si esprima più. Credo che abbia fatto la scelta giusta e si possa rilanciare. Anzi, ti dirò di più, lo schiererò nella mia squadra al Fantacycling”.

“Il Fantacycling è molto realistico perché devi amalgamare bene la squadra, devi avere il velocista, il corridore da corse a tappe, il corridore che fa bene nelle classiche, ma poi devi avere una certa continuità. Io avevo Roglic in squadra e meno male che avevo lui!”

“Avevo in squadra sia Roglic che Pogacar, poi ho cambiato e ho preso Alaphilippe. Al Giro avevo i tre cronometristi Thomas, Dennis e Ganna. Poi ho preso Fuglsang e avevo Peterone Sagan! Ho fatto dei cambi, ma ne ho fatti troppi e mi sono ritrovato in difficoltà alla Vuelta.

La mia stagione al Fantacycling è stata un po' come quella di Almeida. Poca esperienza, ma mi sono tolto le mie soddisfazioni. Ho vinto facilmente la lega, in cui c'era anche Francesco Chicchi che faceva il furbo (ride ndr), ma alla fine l'ho battuto. Faccio i complimenti a quelli che sono arrivati tra i primi nella classifica generale perché non era facile la gestione della squadra. La mia impressione è stata super positiva fin da subito, mi sono divertito molto, è una cosa che mancava al mondo ciclismo. Avete colmato un vuoto e sono convinto che il prossimo anno, quando ci sarà anche più consapevolezza, ci sarà da divertirsi ancora di più”.

“Volevo fare una chiosa sul ciclismo, perché al di là degli errori che sono stati fatti, come alla tappa accorciata al Giro d'Italia, lo sport ha fatto una bella figura. È stato fatto un programma e è stato mantenuto fino in fondo. Nonostante le criticità che ci sono state, il grosso del ciclismo, che porta avanti tutto il movimento, è stato mantenuto. È stato l'unico sport che è riuscito a finire la stagione senza il caos che c'è stato in altri sport. Noi siamo arrivati in fondo con pochissimi casi di Covid, seguendo le regole e mantenendo quello che era stato programmato mesi fa”. 

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