Pogacar fa ancora festa, oggi il suo compleanno

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21
Sep
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Il regalo di Fantacycling al "Piccolo Principe" del Tour

Di più grande, Tadej Pogacar, ha solo la fidanzata. Quasi due anni di più: 22 oggi lui, 24 a dicembre lei. Slovena e ciclista. Si chiama Urška di nome, Žigart di cognome. E si pronuncia chissà come.

Pogacar invece è Tadej, che in italiano sarebbe un ben poco comune Taddeo. Ma di comune - questo ragazzo - non ha la classe né la giovane carriera. Non il nome e nemmeno la data di nascita. Oggi, 21 settembre, avrebbe festeggiato il compleanno Sergio Zavoli, ideatore del “Processo alla Tappa”, maestro di giornalismo e tv scomparso a 97 anni il 5 agosto scorso, poche settimane dalla partenza del Tour de France 2020. Il Poga-Tour.

Chi lo ha scelto e chi lo accompagna alla UAE Team Emirates racconta Pogacar come un ragazzo sereno, tranquillo e felice. Tre virtù che bastano per godersi una biciclettata della domenica, al massimo. Altrimenti il ciclismo sarebbe pieno di ragazzotti semplicemente sereni, felici e tranquilli. Lui ha molto di più. Si nota in salita. Si vede da dove è nato: a Klanec, un villaggio nel nord della Slovenia, a una decina di chilometri in linea d’aria dall’Italia. Provate a scrivere Klanec su Google translate, dallo sloveno all’italiano: la traduzione è “pendenza”.

Taddeo nato a Pendenza ha vinto il Tour perché tutte le volte che guardava all’insù, vedeva la strada di casa sua: una pendenza, una salita, un traguardo. E una maglia. Prima la bianca dei giovani. Poi quella a pois degli scalatori. Infine gialla. Lo stesso colore della bici nuova che gli ha pitturato Ernesto Colnago in una notte, dal tramonto di sabato all’alba di domenica, per farlo brillare - bello come il sole - nella passerella di Parigi.

A far compagnia a Pogacar c’è anche una sfilata di statistiche, record e storie che si inseguono somigliando a una tappa vallonata di scatti e controscatti. E’ il più giovane vincitore del Tour de France a parte Henry Cornet che nel 1904 aveva meno di vent’anni. Ha preso tre maglie come Eddy Merckx negli anni d’oro. Ha vinto alla prima partecipazione come lo stesso Merckx, Bernard Hinault e Laurent Fignon. Ma questo è il passato, più di un secolo di ciclismo. Il compleanno in giallo il presente, un giorno di festa. Il futuro è indefinibile nella durata, ma non indecifrabile nei protagonisti che - forse - gli terranno testa.

Pogacar è il ciclismo che verrà, sicuramente con Egan Bernal, Remco Evenepoel e Miguel Angel Lopez, più Wout Van Aert e Marc Hirschi, forse Quinn Simmons che viene da lontano e magari Andrea Bagioli a noi più vicino.

Dietro a Tadej Pogacar c’è posto per tanti. Resistergli in scia non sarà da tutti.