Van Aert vs Van der Poel: un nuovo capitolo al Fiandre

img
img
img
img
shape
shape
blog-details
3
Apr
ad

Viaggio alla scoperta della rivalità del ciclismo moderno

Tutto è nato in una roulotte in mezzo alla foresta, sembra inverosimile, ma è così. La rivalità più bella e appassionante del ciclismo moderno è cominciata grazie alla tv belga Sporza, che aveva lanciato il format di un programma nel quale due campioni si trovavano lì dentro, da soli, senza giornalisti, con tre telecamere accese e parlavano tra loro per un‘ora. 

Tra i protagonisti del formati ci furono anche Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert, primo e secondo al Fiandre nel 2020 e ovviamente avversari domani. 

Era il 2011, avevano 17 anni e Van Aert ha ricordato l’episodio a l’Équipe, che dedica quattro pagine alla corsa e due a un’indagine sulle radici del dualismo. “Non so perché accettai - dice il belga - non avevo niente da dire a Mathieu. Eravamo già rivali, oggi sarebbe impossibile stare di nuovo insieme così”. Van der Poel ne ha parlato in passato: “È stato ridicolo ritrovarsi in quel modo. Non era utile, non avevamo niente da dirci”. 

Adrie van der Poel, papà di Mathieu, a sua volta vincitore di un Fiandre (1986) e una Liegi (1988), dice al giornale francesi che “i due non sono mai stati amici, neanche quando erano molto giovani. Non li abbiamo mai visti ridere insieme come farebbero i ragazzi della loro età”. 

Amici mai, rivali da sempre, o quasi. Una storia da film, e magari qualcuno ci penserà prima o poi. Perché forse in quell’incrocio nella roulotte, i due hanno preso consapevolezza di ciò che erano, ma le loro sfide erano già cominciate. 

Uno già ciclista nell’animo, figlio di Adrie e nipote di Raymond Poulidor, si presentava alle gare, all’età di otto anni, con le ruote in carbonio. L’altro ciclista per caso, gareggiava con la bici regalata dai suoi genitori per la prima comunione. Due mondi così diversi, ma destinati a incrociarsi. Entrambi prima di buttarsi nel mondo della bici avevano giocato a calcio: Mathieu lo aveva fatto nei Pulcini del Willem II a Tillburg in Olanda, e aveva provato pure il tennis.

Il ciclismo era così distante dai pensieri di Wout che avere per vicino di casa Rik Van Looy non gli faceva alcun effetto. «L'ho incontrato una o due volte, ma non ho osato avvicinarmi o parlargli». Il primo vero mito ciclistico sarebbe stato Erwin Vervecken, campione del mondo di ciclocross nel 2001, 2006 e 2007, e allo stesso tempo Tom Boonen. «Quando ho incontrato Mathieu per la prima volta - continua van Aert a l’Équipe - non mi sarei mai immaginato di gareggiare con lui un giorno, figuriamoci di diventare professionista in seguito. Era il super talento della nostra generazione. Ero molto piccolo, non avevo la sua stessa forza, avevo meno ambizione».

Adesso, però, è tutto diverso, tanto che Van Aert lo scorso anno avrebbe preferito perdere il Fiandre da Alaphilippe. Una sconfitta che non lo ha fatto dormire per tre notti e chissà come saranno i sogni di entrambi stanotte, prima di un altro capitolo del duello. Quello tra i due Van, divenuti rivali dentro a una roulotte. 


VUOI METTERTI ALLA PROVA

ANCHE NEI PRONOSTICI? 

ECCO COME FARE: 

BONUS 100% PER I PRIMI 100€ + 50% FINO A 200€

PER L’IMPORTO CHE ECCEDE I 100€ 

Il minimo da versare per avere il bonus è 20€

Vai qui 👉 https://betly.co/3826549579