Crono mondiale: percorso e favoriti

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19
Sep
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Sfida Pogacar-Evenepoel per l'oro

Per la prima volta nella storia, i Campionati del Mondo di ciclismo su strada approdano in Africa. Kigali, la capitale del Rwanda, farà da scenario a un Mondiale unico, e la prova a cronometro – sempre più decisiva nelle grandi rassegne – avrà un fascino particolare. Non ci sarà la classica “sfida sul filo dei watt” delle pianure del Nord Europa: qui i corridori troveranno un terreno accidentato, pieno di strappi, pavé e salite che spezzeranno il ritmo e premieranno chi saprà interpretare la corsa come una prova di resistenza tanto quanto di potenza.

Il percorso partirà dalla moderna BK Arena e si concluderà di fronte al Kigali Convention Centre, icona architettonica della città. Per le donne élite sono previsti 31 chilometri con circa 460 metri di dislivello, mentre gli uomini affronteranno oltre 40 chilometri e quasi 700 metri di salita complessiva. Numeri che raccontano già da soli la durezza della prova.

I momenti chiave saranno diversi. Già nella prima parte i corridori si troveranno di fronte alla Côte de Nyanza, breve ma nervosa, con punte oltre il 6%. Dopo una discesa tecnica, il tracciato propone una seconda scalata della stessa collina, più lunga ma regolare, che richiederà di saper dosare le energie. Non basterà essere cronoman puri: servirà il colpo di pedale dello scalatore.

Nella parte finale la Côte de Péage, con i suoi due chilometri in costante ascesa, poi il passaggio sulla Côte de Kimihurura, una salita breve ma intensa, resa ancora più dura dal fondo in pavé. Dall’uscita di Kimihurura restano ancora gli ultimi metri in leggera salita verso il traguardo: un finale che può esaltare chi avrà saputo conservare qualcosa in serbatoio.

Quanto ai protagonisti, il duello più atteso al maschile è quello tra Remco Evenepoel e Tadej Pogačar. Il belga, campione del mondo in carica, ha la potenza e la capacità di gestire gli sforzi lunghi, ma dovrà dimostrare di sapersi adattare al pavé e all’altitudine di Kigali. Lo sloveno, invece, è il corridore totale: le salite esplosive e la gestione dei cambi di ritmo potrebbero essere terreno fertile per lui, soprattutto se la gara si trasformerà in un esercizio di resistenza pura. Più defilati, ma pronti ad approfittarne, corridori solidi come Thymen Arensman o Jay Vine.

Nella prova femminile, la favorita resta Chloé Dygert, già due volte campionessa del mondo. La statunitense ha la potenza per imporre il proprio ritmo e, se in giornata, può domare anche le salite. Ma il tracciato di Kigali potrebbe sorridere a specialiste meno “pure”, come Demi Vollering, che con le sue qualità da scalatrice può trovare terreno ideale, o ad outsider come la britannica Anna Henderson, capace di leggere bene corse dall’altimetria spezzata.

A rendere tutto ancora più incerto sarà l’altitudine: Kigali si trova a oltre 1500 metri, e chi non avrà preparato la condizione in quota potrebbe pagare dazio negli ultimi chilometri.

Foto Sprint Cycling