Tadej Pogačar non correva da due mesi, ma al Giro di Slovenia si è presentato in condizioni smaglianti. Due tappe su cinque le ha vinte lui, due le ha lasciate vincere al suo gregario Rafal Majka. Come nel 2021 ha chiuso la corsa di casa al primo posto e si presenta in fortissima per il Tour de France con l’obiettivo di arrivare in giallo a Parigi per la terza volta di fila.

Scrive Dominique Issartel su l’Équipe che in cerca di fiducia e serenità, ha scelto per la prima volta in carriera di saltare i campionati nazionali di questa settimana, “per isolarsi sulle Alpi, in quota, con la compagna Urska Zigart. Un modo per fare un pieno di pace prima della follia del Tour, dove sarà il grande favorito”.

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Ma che Tour sarà? La nuova grande incognita è il ritorno dei contagi covid, quasi la metà del gruppo ha dovuto ritirarsi dal Giro di Svizzera, chiuso dalla vittoria di Geraint Thomas dopo la crono di Vaduz andata a Evenepoel. Sono arrivati fino in fondo soltanto in 76. Una delle squadre ritirate per un focolaio è stata proprio la Jumbo di Primož Roglič e Vingegaard, i due che avevano dominato il Delfinato più o meno alla maniera di Pogačar e Majka in Slovenia. Il giornale francese scrive che l'inseguimento della maglia verde da parte di Van Aert potrebbe distrarli dall’obiettivo più grande, ma Roglič spiega che di scegliere non se ne parla, perché “fare a meno di Wout è come fare a meno di almeno due corridori”.

Per il resto dovremo vedere in quali condizioni si presenterà Vlasov, apparso in grande forma al Giro di Svizzera e poi costretto al ritiro causa Covid, oppure se ci sarà un altro corridore in grado di contrastare il duello annunciato tra UAE-Jumbo Visma e Pogacar-Roglic. 

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