A casa loro, ancora una volta. Lo slogan dell'estate d'oro dello sport italiano si conferma anche nel ciclismo. Il Belgio attendeva la prima maglia iridata della sua storia a cronometro. E mentre nello sport di suo padre, che fu nazionale di canoa alle Olimpiadi, stavano arrivando due ori e un bronzo al Mondiale (Andrea Domenico Liberto, Daniele Santini, Nicolae Craciun e Carlo Tacchini), Filippo Ganna andava a riprendersi il suo. Alla sua maniera. In rimonta e aggiungendo altra magia all'incantata estate azzurra. Aveva 6 secondi di ritardo da Van Aert al primo intermedio, un pugno di centesimi al secondo, gli è arrivato davanti di 5 secondi alla fine, “perfetto nel distribuire lo sforzo - dice Marco Bonarrigo sul Corriere della sera - impermeabile alla tensione della sfida in trasferta, lucido nelle analisi”. Un crescendo rossiniano, lo definisce Pier Bergonzi sulla Gazzetta dello sport. 

Cosimo Cito racconta su Repubblica che “come il manzoniano principe di Condé, tranquillissimo prima della battaglia di Rocroi, Filippo Ganna ha faticato a svegliarsi nella mattina uggiosa di Knokke. Ha dovuto sudarsela, però, in mezzo a migliaia di belgi tifanti, urlanti e anche qualcosa di più: «Ho sentito dei buuu, degli insulti, ma fa parte del gioco. Vincere qui ha un altro sapore. Qui a colazione mangiano pane e bicicletta»”. Cito sottolinea i 54.370 km/h di media e fa notare che “poco di più, al chiuso di un velodromo e sarà record dell'ora. L'attacco al 55.089 di un altro belga, Victor Campenaerts, arriverà all'incirca tra un anno”.

Rimane la difficoltà italiana nei grandi giri e un futuro che in questo senso appare molto incerto. Però c’è Filippo Ganna, un fenomeno a cronometro e non solo. Giusto goderselo, anche al Fantacycling: un acquisto a colpo sicuro come pochi altri nel nostro gioco. 

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