Un anno vissuto a tutta velocità infrangendo record e conquistando titoli. Il 2021 di Filippo Ganna però non è ancora finito e dopo l’oro olimpico e la riconferma del titolo mondiale a cronometro (per il secondo anno consecutivo), è pronto a una nuova sfida. Stavolta ai Mondiali su pista in cui “Super Pippo” punta a ripetersi con il quartetto (giovedì) e ad aggiungere l’oro nell’inseguimento individuale, pedalando sotto i 4 minuti a oltre 60 orari, come finora ha fatto al mondo un solo uomo, l’americano Ashton Lambie, ma in Messico, in altura, dove i vantaggi dell’aria rarefatta consentono prestazioni straordinarie, non solo nel ciclismo. 

Filippo è un predestinato, da sempre: porta il cognome del primo vincitore del Giro d’Italia di 112 anni fa senza esserne parente e dall’alto del suo metro e 93, è in grado di sprigionare tanti watt e tanta potenza come Superman. 

La bici ce l’ha comunque nel sangue: gliela fece provare papà, adesso ne cavalca una iper tecnologica che costa circa trentamila euro, diecimila il solo manubrio. Eppure, quando mette i piedi a terra, torna ad avere l’aria di un Clark Kent insicuro, miope, con gli occhialoni, così distante dall’infallibile controllore di ogni minuscolo gesto del corpo, un gigante che si allena nella galleria del vento al Politecnico di Milano, dove gli correggono la posizione delle mani di un paio di millimetri e gli aggiustano una piega del body per penetrare meglio l’aria. Poi scende, va a casa e gioca con le costruzioni Lego. Chi gioca al Fantacycling, invece, sa bene che Ganna è una garanzia: ha totalizzato 1095, con una quotazione finale di 29 fantamilioni, chi lo ha preso non è mai rimasto deluso. 

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